Lorenzo Tavani

Le prime esperienze professionali sono state svolte nell’ambito della disabilità. Erano i tempi in cui si superava il modello dell’aggregazione dei disabili in mega centri e si sviluppavano finalmente esperienze di integrazione sul territorio. Ho di quel periodo un ricordo importante, non solo perché decisamente più giovane, ma soprattutto perché è stata una vera palestra di formazione, dovendo prima di tutto garantire un accudimento fisico che a volte si tende a dimenticare o delegare.
Successivamente mi sono occupato di inserimento lavorativo di persone invalide, vivendo la fatica di cercare di garantire a tutti la dignità che solo il lavoro ti può dare, quale identità e sopravvivenza materiale.
Il passo successivo è stato invece verso il tema della “dipendenza” o come sarebbe meglio dire delle “dipendenze”, inizialmente come sviluppatore e gestore di progetti di prevenzione.
Da lì poi, in controtendenza, la scelta di lasciare un percorso delineato e garantito e trasferirmi professionalmente a Lecco e iniziare a lavorare con pieno impegno nella cura e trattamento di persone con problemi di tossicodipendenza.
In questa esperienza ho avuto modo di vedere come questo fenomeno sia dinamico e in continua trasformazione. Ho visto aggiungersi e integrarsi con le classiche forme di dipendenza da sostanze le cosiddette dipendenze da comportamento.
Ho così iniziato a lavorare nel campo più vasto delle dipendenze, interessandomi e formandomi nel trattamento delle problematiche legate al Gioco di Azzardo, che con le altre dipendenze condivide molti aspetti, seppure aggravati dalla facilità con cui si riesce oggi a giocare. Mi interesso e tratto però anche altre forme di dipendenza quali le dipendenze da Internet e da forme mediate di comunicazione.
Ho avuto anche la fortuna di conoscere le tematiche e i problemi riscontrabili nell’ambito dei minori coinvolti in esperienze di pregiudizio nella loro crescita, coordinando i Servizi di Tutela Minorile di una ampia e vasta area territoriale.
In generale, in ambito clinico mi occupo anche di tutte quelle forme di disagio che, seppure sempre presenti, si stanno seriamente sviluppando in questa fase in cui diverse garanzie sociali stanno dimostrando una fragilità, quali ad esempio disturbi relativi all’ansia (attacchi di panico), disturbi dell’umore (deflessioni dell’umore, aspetti depressivi), comportamenti ossessivi/compulsivi, ecc.
In questo quadro generale di riferimento mi piace richiamare quanto sostenuto dal prof. C. Musatti che ha sempre inteso, nella sua attività pionieristica di diffusione della psicologia, ricordare che il benessere della persona non è mai individuale ma si iscrive dentro una cornice sociale che deve impegnare i professionisti che svolgono funzioni di aiuto/sostegno e cura.